AGGREGAZIONI : anche il mondo associativo imprenditoriale si aggrega

Bologna, nasce Confindustria Emilia Con la firma apposta ieri davanti al notaio dai presidenti delle tre associazioni di Bologna, Modena e Ferrara è nata ufficialmente Confindustria Emilia. La seconda territoriale italiana per dimensioni dopo Assolombarda, «ma la prima per peso manifatturiero», sottolinea Alberto Vacchi, fino a ieri presidente di Unindustria Bologna e oggi della nuova aggregazione che traghetterà nella fase transitoria fino a fine dicembre 2018. Affiancato dai vicepresidenti Valter Caiumi (numero uno di Confindustria Modena) e Riccardo Maiarelli (al vertice di Unindustria Ferrara), da un consiglio di presidenza di 21 imprenditori e da un consiglio generale di 134 membri. Giunge così a termine, dopo l’approvazione da parte delle tre associazioni dei rispettivi bilanci 2016 (dal punto di vista fiscale la fusione sarà retroattiva al 1° gennaio di quest’anno), il cammino avviato nell’ottobre 2014 con la sottoscrizione della prima lettera di intenti che tracciava tempi e rotta di un’unica associazione capace di garantire maggiore rappresentanza a 3.200 imprese (l’85% sotto i 250 dipendenti), e 171mila lavoratori. Questi i numeri della nuova Confindustria Emilia - Area Centro (postilla aggiunta per la mancata adesione alla fusione delle territoriali più a nord, lungo la via Emilia, «ma le nostre porte sono aperte», precisa Caiumi), che assomma un patrimonio di 38,5 milioni di euro, 18 milioni di fatturato e 120 dipendenti. Entra ora nel vivo la fase di riorganizzazione di uffici e servizi «con un obiettivo: far valere il peso delle nostre imprese offrendo ai nostri associati strumenti che facciano da volàno ai processi innovazione, internazionalizzazione e crescita», precisa il modenese Caiumi. Ricordando che lavoro, benessere e coesione sociale restano i temi al centro dell’agenda di Confindustria Emilia, un territorio-laboratorio fondato sulle filiere produttive che compete con i principali distretti industriali europei e vale 27 miliardi di export, il 48% del totale regionale e il 6,5% del dato nazionale. A pochi giorni da quinto anniversario del “terremoto delle imprese” il ferrarese Maiarelli rimarca «l’importanza strategica di unire le forze, perché la crisi anche qui ha lasciato il segno». A anche se la via Emilia è tornata a essere la locomotiva del Paese a fine 2016 (con un +1,4% di Pil, +1,7% di produzione industriale, +2,9% di occupazione e +1,5% di export). «È per me un giorno di festa - interviene Luca Cordero di Montezemolo durante la cerimonia della firma - e non solo perché vedo unite le due città in cui si è divisa la mia vita, Bologna e Modena, e perché sulle aggregazioni ho sempre spinto durante la mia presidenza in Confindustria. Ma perché è un segnale forte della capacità innovativa e della cultura imprenditoriale di questa terra fatta di aziende che guardano ai fatti e non alle parole e che hanno il loro più grande patrimonio nei collaboratori». Fonte: Il Sole 24 Ore