IL ROSSO DI WALL STREET: CORREZIONE O BEAR MARKET?

IL ROSSO DI WALL STREET: CORREZIONE O BEAR MARKET?

(a cura di Sara Carazza)

Lo scenario macroeconomico con il quale gli investitori sono tenuti a confrontarsi non sembra essere positivo. Il costante aumento del prezzo dell’energia, congiuntamente all’incremento del prezzo degli alimenti dovuto alla riduzione dell’offerta del grano, sta causando una spinta inflattiva sempre più elevata. Il mercato sta infatti scontando gli effetti dell'inflazione sull'economia reale, simultaneamente al prolungarsi della guerra in Ucraina. A ciò si aggiunge il lockdown imposto su Shangai, dovuto alla politica zero-Covid attuata dalla Cina: esso è causa di ritardi e blocchi nel trasferimento di merci, impattando su tutta la supply chain a livello globale.

Il corrente contesto economico non risulta pertanto essere idoneo a favorire una rapida ripresa, considerando inoltre la stretta della politica monetaria attuata dalle banche centrali.

In mezzo a tale clima di profonda incertezza, gli investitori continuano a chiedersi se l’andamento a ribasso dei mercati dei capitali sarà oggetto di una dinamica di aggiustamento e correzione, oppure se sia il preludio di una più grande recessione e quindi dell’entrata nel bear market.

La soglia che fa da spartiacque tra una correzione del mercato e l’entrata in un bear market viene considerata pari ad una perdita del 20%. Il problema principale che ad oggi si pone è l’impossibilità di capire sia la durata che l’estensione di un’eventuale correzione e ancor di più di un mercato ribassista.

Durante le scorse settimane, Wall Street ha rischiato di entrare nel bear market, ossia un mercato contraddistinto da una progressiva diminuzione dei prezzi delle attività finanziarie e da aspettative pessimistiche. Gli indici azionari americani risultano essere in forte sofferenza.

Il Nasdaq, principale indice dei titoli tecnologici, è entrato in una fase bearish già da aprile e ha registrato una perdita pari a circa il 28% da inizio anno. Tale dinamica è dovuta al fatto che i titoli tecnologici, in quanto azioni growth, risentono maggiormente dell’impatto dell’iperinflazione, ai massimi da oltre 40 anni, divenendo così titoli zavorra.

Ad oggi, anche lo S&P500 risulta essere vicinissimo alla soglia critica registrando un calo di oltre il 18%, raggiungendo così i livelli minimi degli ultimi 2 anni.

La view di mercato si presenta particolarmente negativa: la maggior parte degli analisti sembrano attendersi un ulteriore peggioramento dell’indice statunitense delle blue chip industriali. A partire dal valore massimo di oltre 4.800 punti raggiunto a gennaio, ad oggi sembra sempre più alta la probabilità di arrivare a toccare la soglia critica pari a 3.500 punti. Tale valore corrisponderebbe ad un'ulteriore discesa del 10% dai valori attuali e un calo del 27% dal picco di gennaio.

Un altro elemento sul quale è opportuno porre la propria attenzione è il VIX, l’indice di volatilità implicita e definito anche come indice della paura. Infatti, esso viene utilizzato come riferimento per determinare la fiducia nel mercato. Il VIX risulta essere particolarmente significativo, in quanto la maggior parte delle correzioni degli ultimi venti anni è avvenuta in presenza di livelli di volatilità ben più elevati di quelli attuali. Conseguentemente, il mercato potrebbe non aver ancora sperimentato i livelli di volatilità massimi nel quadro di questa correzione.

Fortunatamente, a seguito della pubblicazione dei dati trimestrali relativi all’economia statunitense, gli investitori possono tirare un respiro di sollievo. Grazie ad un’inflazione in linea con le aspettative e politiche monetarie meno severe, Wall Street può sperare in una leggera ripresa. Lo S&P500 e il Nasdaq avevano subito sette ribassi settimanali consecutivi, i più lunghi dalla fine del crollo delle dot-com, mentre il sell-off di otto settimane del Dow Jones è stato il suo più lungo dal 1932. Nel corso degli ultimi giorni, il Nasdaq ha recuperato il 3%, affiancato da un rally di oltre il 5% sia del Dow Jones che dello S&P500. Sicuramente ciò non è abbastanza per ritenere superato il rischio di un bear market, ma risulta fornire un impulso positivo e di maggiore fiducia per gli investitori.

FONTI:

Wall Street a picco, S&P 500 ai minimi da due anni; Redazione; Milano Finanza MF Online; 18/05/2022

Wall Street, i gestori temono il crollo della borsa. Ecco quanto potrebbe scendere ancora l'indice S&P 500; Elena Dal Maso; Milano Finanza; 23/05/2022

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