Alcune considerazioni su acquisizioni e fusioni

Alcune considerazioni su acquisizioni e fusioni

Una fusione o un'acquisizione aziendale/societaria possono avere un effetto profondo sulle prospettive di crescita e sulle prospettive a lungo termine di un'azienda; ma se da un lato un'acquisizione può trasformare l'azienda acquirente letteralmente “in tempo reale”, dall'altro ciò comporta un notevole grado di rischio.

Le attività di acquisizione e fusione hanno ovviamente conseguenze a lungo termine per l’acquirente o per l'entità dominante in una fusione, più di quanto non ne abbiano per l'azienda oggetto di acquisizione o per l’incorporata in una fusione.

Per la società target (acquisita o fusa), un'operazione di fusione e acquisizione offre spesso ai propri soci/azionisti l'opportunità di incassare un premio significativo in termini di concambio e/o di corrispettivo. Se l'acquirente paga in parte in contanti e in parte in azioni proprie, gli azionisti della società target ottengono una partecipazione nella società acquirente e hanno quindi un interesse condiviso con la proprietà della prima nel suo successo a lungo termine.

Per l'acquirente, l'impatto di un'operazione di fusione e acquisizione spesso dipende dalle dimensioni della target, rispetto alla propria “taglia”. Più grande è l'obiettivo potenziale, maggiore è il rischio per l'acquirente. Un'azienda può essere in grado di sopportare il fallimento di un'acquisizione di piccole dimensioni, ma il fallimento di un acquisto di grandi dimensioni può compromettere seriamente il suo successo a lungo termine o la stessa continuità dell’acquirente.

Una volta conclusa un'operazione di fusione e/o acquisizione, la struttura del capitale dell'acquirente cambierà, a seconda di come è stata progettata l'operazione. Un'operazione interamente in contanti impoverirà in modo sostanziale le disponibilità di cassa dell'acquirente. Tuttavia, poiché molte aziende raramente hanno a disposizione la liquidità necessaria per pagare completamente un'azienda target, le operazioni in contanti vengono spesso finanziate con il debito. Sebbene questo aumenti l'indebitamento di un'azienda, il maggior carico di debito può essere giustificato dai flussi di cassa aggiuntivi apportati dall'azienda target.

Molte operazioni di fusione e/o acquisizione sono finanziate anche attraverso le azioni dell'acquirente. Affinché un acquirente possa utilizzare le proprie azioni come moneta di scambio per un'acquisizione, è necessario che le sue azioni abbiano un prezzo/valore certo (cosa scontata se l’acquirente è società quotata). Inoltre, il management e i soci della società target devono essere convinti che accettare le azioni dell'acquirente piuttosto che un corrispettivo in contanti sia una buona soluzione.

La reazione del mercato alla notizia di un'operazione di fusione e/o acquisizione può essere favorevole o sfavorevole, a seconda della percezione che gli operatori hanno dei meriti dell'operazione in sé e delle prospettive future dell’acquirente/incorporante.

Se ci riferiamo a società quotate , ci sono diversi motivi per cui le azioni di un acquirente possono diminuire di valore quando viene annunciata un'operazione di fusione e acquisizione: per esempio qualora gli analisti ritengano che il prezzo dell'acquisto sia troppo alto; oppure quando l'operazione è percepita come non accrescitiva del valore dell’acquirente o della sua capacità di creare valore per gli azionisti; inoltre si potrebbe temere sulla stabilità dell’acquirente/incorporante qualora gli investitori e/o gli analisti ritengano che l'acquirente si sia indebitando troppo per finanziare l'acquisizione.

Le prospettive di crescita e la redditività futura di un acquirente dovrebbero idealmente essere rafforzate dalle acquisizioni effettuate. Poiché una serie di acquisizioni può mascherare il deterioramento del core business di un'azienda, gli analisti e gli investitori si concentrano spesso sul tasso di crescita "organico" dei ricavi e dei margini operativi, che esclude l'impatto delle fusioni e acquisizioni.

Nei casi in cui l'acquirente abbia presentato un'offerta ostile per una società target, il management di quest'ultima può raccomandare agli azionisti di rifiutare l'operazione. Una delle ragioni più comuni addotte per tale rifiuto è che il management della società target ritiene che l'offerta dell'acquirente la sottovaluti sostanzialmente.

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