Il PATTO di FAMIGLIA

Il PATTO di FAMIGLIA

Strumento giuridico per garantire la continuità delle imprese familiari in capo agli eredi.

Il "patto di famiglia" è un istituto previsto dal diritto successorio italiano che consente ai genitori di disporre in vita della propria azienda o delle partecipazioni nella società familiare a favore dei figli, garantendo loro una quota di eredità in anticipo rispetto alla propria morte. In pratica, attraverso il patto di famiglia, i genitori possono decidere a chi tra i discendenti assegnare l’azienda (o le quote dell’azienda) di famiglia, mantenendo comunque il possesso e il controllo della stessa fino alla loro morte.

Questo strumento è stato introdotto per consentire una distribuzione anticipata del patrimonio aziendale familiare, evitando eventuali controversie ereditarie e permettendo ai genitori di garantire ad alcuni dei propri figli un sostegno economico in vita e ad altri (chi tra loro viene prescelto per competenze, esperienza e aspettative) la continuazione delle attività aziendali della famiglia e rappresenta una eccezione al divieto di patti successori, ossia alla regola secondo cui non producono alcun effetto gli accordi che si riferiscono ai beni di una successione non ancora aperta.

Il patto di famiglia è disciplinato dall'articolo 768 bis e seguenti del Codice civile italiano. L’articolo 768 bis recita:

“È patto di famiglia il contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, l'imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l'azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti”.

L’articolo 768 quater esplicita poi quanto segue:

“Al contratto devono partecipare anche il coniuge e tutti coloro che sarebbero legittimari ove in quel momento si aprisse la successione nel patrimonio dell'imprenditore.

Gli assegnatari dell'azienda o delle partecipazioni societarie devono liquidare gli altri partecipanti al contratto, ove questi non vi rinunzino in tutto o in parte, con il pagamento di una somma corrispondente al valore delle quote previste dagli articoli 536 e seguenti; i contraenti possono convenire che la liquidazione, in tutto o in parte, avvenga in natura.

I beni assegnati con lo stesso contratto agli altri partecipanti non assegnatari dell'azienda, secondo il valore attribuito in contratto, sono imputati alle quote di legittima loro spettanti; l'assegnazione può essere disposta anche con successivo contratto che sia espressamente dichiarato collegato al primo e purché vi intervengano i medesimi soggetti che hanno partecipato al primo contratto o coloro che li abbiano sostituiti”.

Tuttavia, affinché il patto di famiglia sia valido, devono essere rispettate alcune condizioni e formalità previste dalla legge, tra cui l'accordo tra tutti gli eredi legittimi, la forma scritta dell'accordo (si tratta di un atto pubblico - articolo 768 ter - al quale devono partecipare non solo l’imprenditore e il beneficiario ma anche il coniuge e tutti coloro che riserva una quota di legittima sull’eredità del defunto), la valutazione equa dei beni assegnati e il rispetto delle quote di legittima. Inoltre, il patto di famiglia può essere revocato o modificato in determinate circostanze.

In sintesi, il patto di famiglia rappresenta uno strumento importante per la pianificazione patrimoniale e successoria delle imprese famigliari italiane, consentendo una distribuzione anticipata dei beni tra i familiari, sotto il controllo e il consenso dei genitori.

Criticità del PATTO

Un’attuale criticità dell’istituto è riferibile all’obbligo in capo all’assegnatario (dell’azienda familiare o delle partecipazioni in essa) di liquidare gli altri partecipanti al contratto (fratelli ed eventualmente genitore), in quanto spesso il primo non dispone delle risorse finanziarie necessarie a tale scopo e ciò può compromettere l’esito degli accordi. Il beneficiario è infatti tenuto a liquidare, in denaro o in natura, gli altri partecipanti al contratto, a meno che questi ultimi non vi rinuncino in tutto o in parte, con il pagamento di una somma corrispondente al valore delle quote di legittima. Ecco perché la valutazione dell’azienda o dell’impresa è fondamentale per la buona riuscita di un patto di famiglia, in quanto rappresenta il valore del patrimonio familiare che viene anticipatamente attribuito a un beneficiario e su cui quest’ultimo dovrà liquidare la quota di legittima alle altre parti intervenute al patto.

Fiscalità del PATTO

Dal punto di vista fiscale, per quanto riguarda le imposte DIRETTE, Il patto di famiglia è considerato un trasferimento gratuito e dunque gode del regime di neutralità fiscale in capo al disponente.

In merito poi alle imposte INDIRETTE, il patto di famiglia è esente dall’imposta sulle successioni e donazioni ma solo se l’assegnatario 1) subentra nella conduzione dell’impresa e ne prosegua l’attività per almeno 5 anni e rilasci, al momento della stipula dell’atto, apposita dichiarazione attestante la sua volontà; 2) acquisti o integri, con quanto ricevuto al momento della stipula, il controllo della società, rappresentato dalla maggioranza dei voti esercitabili in assemblea ordinaria; 3) mantenga il controllo ottenuto per almeno 5 anni e rilasci, al momento della stipula dell’atto, apposita dichiarazione comprovante la sua volontà.