DDM: Dividend Discount Model - Metodo per la stima del valore intrinseco di un'azione sulla base dell'attualizzazione dei dividendi attesi

DDM: Dividend Discount Model  Metodo per la stima del valore intrinseco di un'azione sulla base dell'attualizzazione dei dividendi attesi

Il Dividend Discount Model è il metodo per la stima del valore intrinseco di un'azione sulla base dell'attualizzazione dei dividendi; un metodo quantitativo utilizzato per definire il valore delle azioni di una società, che si basa sulla teoria secondo la quale il prezzo attuale vale in funzione della somma di tutti i suoi futuri dividendi, attualizzati.

Tale metodo cerca di calcolare il valore di un'azione indipendentemente dalle condizioni di mercato prevalenti e prende in considerazione i fattori di distribuzione dei dividendi e i rendimenti attesi dal mercato. Se il valore ottenuto dal DDM è superiore all'attuale prezzo di negoziazione delle azioni, significa che probabilmente il titolo è sottovalutato dal mercato e può essere acquistato, e viceversa.

Un'azienda produce beni o offre servizi per ottenere profitti. Il flusso di cassa generato da tali attività determina i profitti, che si riflettono nel prezzo delle azioni della società. Le aziende pagano poi i dividendi agli azionisti, parte o la totalità dei profitti netti generati, gli utili aziendali. Il modello DDM si basa sulla teoria secondo cui il valore di un'azienda è il valore attuale della somma di tutti i suoi futuri pagamenti di dividendi.

Stimare i dividendi futuri di una società può essere un compito complesso; per fare ciò, gli analisti e gli investitori possono formulare alcune ipotesi o cercare di identificare le tendenze basate sulla storia dei pagamenti di dividendi passati. Si può ipotizzare che la società abbia un tasso di crescita dei dividendi fisso fino alla perpetuità, che si riferisce a un flusso costante di flussi di cassa identici per un periodo di tempo infinito senza data di scadenza. Ad esempio, se quest'anno una società ha pagato dividendi pari a 1 euro per azione e si prevede che manterrà un tasso di crescita dei dividendi del 5% annuo, il dividendo del prossimo anno dovrebbe essere pari a 1,05 euro e così via. In alternativa, se si nota una certa tendenza di crescita di utili e dividendi, come nel caso di una società che ha pagato dividendi pari a 2,00, 2,50, 3,00 e 3,50 euro negli ultimi quattro anni, si può ipotizzare che il pagamento dell’anno in corso sarà di 4,00 euro. Tale dividendo atteso è matematicamente rappresentato da (D). Sulla base del dividendo atteso per azione e del fattore di attualizzazione, la formula per valutare un'azione utilizzando il modello di sconto dei dividendi (DDM) è rappresentata come segue:

Valore dell'azione= EDPS/(CCE-DGR)

dove:

EDPS=dividendo atteso per azione

CCE=costo del capitale proprio

DGR=tasso di crescita dei dividendi

Poiché le variabili utilizzate nella formula includono il dividendo per azione e il tasso di sconto netto (rappresentato dal tasso di rendimento richiesto o dal costo del capitale proprio e dal tasso di crescita atteso dei dividendi), il valore viene fornito con alcune ipotesi.

Poiché i dividendi e il loro tasso di crescita sono gli elementi chiave della formula, si ritiene che il DDM sia applicabile solo alle società che pagano dividendi regolarmente; tuttavia, può essere applicato anche a titoli che non pagano dividendi facendo ipotesi su quale dividendo avrebbero pagato altrimenti.

Una variante del metodo DDM : il GGM

Il DDM ha molte varianti che differiscono per complessità. Sebbene non sia preciso per la maggior parte delle aziende, l'iterazione più semplice del modello di sconto dei dividendi presuppone una crescita zero del dividendo, nel qual caso il valore dell'azione è dato dal valore del dividendo diviso per il tasso di rendimento atteso.

Il calcolo più comune e semplice di un DDM è noto come modello di crescita di Gordon (GGM), che presuppone un tasso di crescita stabile dei dividendi e prende il nome dall'economista americano Myron J. Gordon negli anni Sessanta.

Questo modello presuppone una crescita stabile dei dividendi anno dopo anno. Per trovare il prezzo di un'azione che paga dividendi, il GGM prende in considerazione tre variabili:

  • il valore stimato del dividendo del prossimo anno (D)
  • il costo del capitale proprio della società(r)
  • il tasso di crescita costante per i dividendi, in perpetuo (g)

Il GGM sarà dunque: D/(r-g)

Tutte le varianti del DDM, in particolare il GGM, consentono di valutare un'azione al di fuori delle attuali condizioni di mercato. Inoltre, consentono di effettuare confronti diretti tra aziende, anche se appartenenti a settori industriali diversi.

Gli investitori che credono nel principio di fondo secondo cui il valore intrinseco attuale di un'azione è una rappresentazione del valore scontato dei futuri pagamenti di dividendi possono utilizzare tale principio per individuare i titoli sopra o sottovalutati. Se il valore calcolato risulta superiore all'attuale prezzo di mercato, si palesa un'opportunità di acquisto in quanto il titolo è scambiato al di sotto del suo valore equo secondo il DDM.

Conclusioni

Tuttavia, occorre notare che il DDM è uno dei tanti strumenti quantitativi disponibili nel grande universo degli strumenti di valutazione dei titoli negoziati sul mercato e perciò, come qualsiasi altro metodo di valutazione utilizzato per determinare il valore intrinseco di un'azione, è possibile utilizzarlo in aggiunta agli altri metodi di valutazione comunemente utilizzati. Poiché tale metodo infine richiede molte ipotesi e previsioni, potrebbe non essere l'unico modo per prendere decisioni di investimento. Inoltre, il Dividend Discount Model (DDM), si presta ad essere considerato un sistema di valutazione più performante per investimenti con un orizzonte temporale definito, circostanza spesso non vera per le azioni negoziate, a causa dell'indeterminatezza della loro “scadenza” (non essendo titoli di credito), tuttavia (e questo è un secondo limite potenziale) al fine di calcolare il valore di un'azione su un orizzonte temporale definito con tale criterio di valutazione, è necessario procedere alla stima del prezzo atteso dell'azione al termine del periodo stesso: sebbene dunque, seguendo la logica del modello, il valore di un'azione si fonda sul flusso atteso di dividendi, la stima su un orizzonte temporale definito dei soli dividendi non fornisce un adeguato valore intrinseco.

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