I Tassi di Interesse e la loro Influenza sull’Economia (e viceversa)

I Tassi di Interesse e la loro Influenza sull’Economia (e viceversa)

(A cura di Ottavio Caio)

Nel senso comune, per TASSO DI INTERESSE si intende il valore percentuale che viene applicato da una banca o da un privato a un prestito o a un mutuo.

Per determinare tale valore percentuale, i soggetti finanziatori devono considerare diversi fattori di rischio, tra i quali:

  • Rischio del mutuatario: il rischio del mutuatario di non rimborsare il debito; all’aumentare della rischiosità di un particolare prestito, aumenterà anche il suo tasso di interesse.
  • Garanzia: il rimborso del prestito è assistito o meno da una garanzia.
  • Tasso di inflazione: l’aumento dell’inflazione riduce la consistenza del tasso di interesse concordato.
  • Durata del contratto di prestito: i contratti più lunghi sono esposti per un maggior periodo al rischio del mutuatario e dell’aumento dell’inflazione.
  • Costo dei fondi mutuati: le spese del mutuante per acquisire i fondi che sono stati prestati al terzo mutuatario.

In questo articolo ci soffermeremo in particolare su quest’ultimo punto, il COSTO DEI FONDI MUTUATI.

Il costo dei fondi acquisiti dal mutuante per effettuare l’operazione di prestito è determinato dalla POLITICA MONETARIA deciso dalla “BANCHE CENTRALI” che, a loro volta, influenza l’economia domestica e, indirettamente, anche quella globale.

Il cosiddetto “Discount rate” è, difatti, il tasso di interesse deciso dalla Banca Centrale (La Federal Reserve negli Usa o la Bce nell’Ue) per orientare l’economia verso gli obiettivi del continente o dei singoli paesi delle unioni, come ad esempio una bassa disoccupazione, un elevato prodotto interno lordo e un tasso di inflazione stabile.

Nel caso dell'Eurosistema, il discount rate - tasso d’interesse, è articolato in tre tipologie principali:

  • il tasso di rifinanziamento principale, ovvero quello cui generalmente si fa riferimento,
  • il tasso di rifinanziamento marginale (overnight),
  • il tasso sui depositi overnight presso la Banca Centrale.

I tre tassi concorrono a fissare le condizioni dei prestiti della Banca Centrale nei confronti delle banche private dell'Eurozona, influenzando di conseguenza il livello generale dei tassi d'interesse e, con essi, il costo del denaro, finendo, quindi, per determinare le sorti del debito pubblico (per esempio i rendimenti offerti dai titoli di stato -BOT – BTP – CCT ) e del debito privato (per esempio il costo delle rate dei mutui a tasso variabile).

Metaforicamente, se si considera la Banca Centrale come un’imbarcazione, i tassi di interesse possono essere equiparate alle vele, in quanto esse permettono, se utilizzate a dovere, di portare avanti l’economia e il paese anche quando “il vento cambia”, ovvero quando l’economia cambia il proprio ciclo. Così, dunque, come le vele di un natante possono essere alzate o abbassate, a seconda che la Banche Centrali abbassino o alzino i tassi d’interesse si determineranno due tipologie di politiche monetarie: espansiva o restrittiva.

Politica monetaria espansiva: essa viene solitamente adottata in una situazione in cui l’economia è stagnante o in recessione, ovvero un contesto in cui permangono livelli di produttività più bassi rispetto a quelli che si potrebbero misurare in condizioni ideali. In una tale circostanza, le Banche Centrali sono incentivate ad abbassare i tassi di interesse; così facendo si tendono a favorire gli investimenti da parte delle imprese (grazie al minor costo del denaro preso a prestito) e a generare un aumento dei consumi; in generale c’è una maggiore circolazione di moneta nell’economia. Tassi di interesse più bassi disincentivano altresì i risparmiatori ad investire i risparmi in titoli di stato o a mantenerli sui conti correnti, favorendo gli investimenti nell’economia reale, un aumento della domanda e, di conseguenza, la crescita del PIL e la diminuzione della disoccupazione (legge di Okun): l’economia si trova quindi in una situazione di espansione.

Ovviamente, tale situazione espansiva potrebbe avere anche effetti negativi, se non ben gestita, in quanto un eccessivo aumento della domanda, ad esempio, potrebbe causare inflazione nei prezzi locali, richiedendo quindi un altro intervento (opposto) da parte della Banca Centrale, per evitare un eccessivo aumento dei prezzi ed una perdita del potere di acquisto.

Politica monetaria restrittiva: nelle circostanze evidenziate, si vedrà presumibilmente un aumento dei tassi di interesse, con l’obiettivo di ridurre l’offerta di moneta nell’economia domestica. Alti interessi tendono a far diminuire gli investimenti e i consumi, in quanto risparmiare potrebbe risultare economicamente più vantaggioso, in virtù del maggiore ritorno economico. Un aumento dei tassi d’interesse avrà quindi un impatto (spesso opposto) sui titoli di stato, i bond e sui conti di risparmio, da una parte e le azioni negoziate sui mercati di borsa, dall’altra, come ci dimostra la situazione odierna.